MA QUANTI TIPI DI VETRO ESISTONO ?
Cercando di capire come l’arte vetraria nel tempo, abbia cambiato il modo di intendere questo materiale, ho provato a stilare un elenco. Nella mia lista ci sono molti nomi differenti per la lavorazione del vetro; ogni volta che mi sono imbattuta in un oggetto particolare ho cercato di allargare la mia conoscenza. Oggi, oltre le atmosfere cariche di magia per gli oggetti trapassati dalla luce, ringrazio i maestri vetrai della grande capacità nel plasmare la bellezza. È solamente grazie a loro che una massa informe si fa oggetto. Là poliedricità di questi artisti spesso in ombra, ci ha donato vasi e lampadari ed ogni tipo di manufatto dal sofisticato design antico o moderno.
In questo elenco,l’ordine è casuale basato sugli oggetti incontrati nel tempo.
IL VETRO SOMMERSO
Questo particolare tipo si ottiene dalla lavorazione di un vetro soffiato immerso in un crogiolo; questo riempito col materiale trasparente in un altra tinta permette di sovrapporre le cromie ottenendo grandi effetti colorati.
IL VETRO CAMMEO
È ottenuto sovrapponendo due strati di vetro con lucentezza e colore a contrasto. Il lavoro a intaglio è dedicato allo strato esterno. (esiste anche il doppio cammeo e il triplo)
IL VETRO AVVENTURINA
Questa lavorazione è stata creata intorno al 1620 dal maestro muranese Giovanni Darduin. Quando la fusione del vetro è conclusa, viene aggiunta una certa quantità di carbone,silicio metallico e battitura di ferro. Il ciclo di raffreddamento del vetro fuso è volutamente lento; questo provoca il distaccamento del vetro basico dal rame metallico. Più la distribuzione dei cristalli di rame è uniforme, maggiore sarà la pregevolezza dell’Avventurina.
IL VETRO BULLICANTE
In questo caso ci si avvale di due tecniche differenti. Nella prima viene usato un vetro di notevole spessore e mentre è ancora caldo viene passato su una superficie metallica dotata di punte. Durante questa operazione il materiale subisce delle depressioni in corrispondenza delle punte. Col successivo passaggio di un altro strato di vetro,si otterranno le bolle d’aria in corrispondenza degli avvallamenti.
Il secondo procedimento si esegue con uno stampo di forma conica ma troncato in cima. All’interno si trovano le punte e mentre il vetro viene soffiato internamente,si formano piccole punzonature in corrispondenza delle punte. In seguito ricoprendo l’oggetto con un nuovo strato di vetro trasparente, appariranno magicamente le bolle.
IL VETRO A FILIGRANA
Verso la metà del XVI secolo,venne creata a Murano questa tecnica di decoro a caldo. Molto bella e di grande impatto, per la sua esecuzione i maestri muranesi utilizzano bacchette di cristallo; al cui interno sono stati inseriti dei fili vitrei. Le canne così preparate vengono accostate tra loro sopra una piastra in materiale refrattario. Il calore della fornace le fonde. La forma piana così ottenuta, viene avvolta ad un cilindro trasparente in vetro ancora incandescente. Dopo questa operazione saranno visibili solo i fili interni. L’ultimo passaggio prevede la soffiatura e plasmatura dell’oggetto scelto. Esistono molti tipi di filigrana, con varianti nella lavorazione e maggiori difficoltà nell’esecuzione tecnica.
IL VETRO LATTIMO
Questa particolare lavorazione fu inventata a Murano per contrastare l’arrivo a Venezia della porcellana cinese. Così nel 1450 fu creato il vetro bianco e per renderlo opaco si utilizzavano stagno e calcina di piombo. Adesso viene usata una miscela che se ricca di ossido di zinco permette ai due agenti opacizzanti, i cristalli di sodio e di fluoruro di calcio una elevata omogeneità nella fase di raffreddamento per un risultato davvero sorprendente.
IL VETRO MARBLES
Già prima di arrivare alla creazione di questo particolare vetro, anticamente l’umanità giocava con oggetti il più possibile tondeggianti. Dall’ Antica Roma alla Grecia all’ Egitto, i bambini amavano riunirsi per giocare. I primi usavano le noci per formare un triangolo, lo scopo era di far cadere quella posizionata in cima. Questo ed altri tipi di gioco erano molto popolari e non costosi, il passo successivo fu la nascita della biglia a sostituire noci e quant’altro. Inizialmente erano in terracotta e in creta, poi tra il XVIIl e il XX secolo la Germania divenne la produttrice mondiale di biglie in marmo e poi in vetro; da qui il nome anglosassone “marbles“.
Ho scoperto questo vetro durante una vacanza. Fatto strano e che l’Italia non ha inventato queste piccole sfere, ma vanta una nutrita schiera di collezionisti. All’estero dove sono nate le fabbriche il collezionismo è fortemente radicato. Piccole sfere con trasparenze e inserti di colore, anche le più comuni biglie sono bellissime e piacevoli al tatto.
IL VETRO PREFERITO
Secondo fonti attendibili,(chiacchierando con una cliente) i giovani milanesi degli anni sessanta,passavano l’estate tra la casa al lago e quella al mare in località prestigiose e alla moda. Anche quelli che non finivano a Bellagio o Portofino, in attesa della sera trascorrevano la giornata in spiaggia tra sole mare e giri in barca. Nonostante la spiaggia ridotta e la scarsità di sabbia, alcune zone della Liguria erano comunque una grande attrattiva. Si,il bagnasciuga a volte era formato da una moltitudine di sassolini smussati dall’acqua e fatti di vetro o roccia. Il mare riciclava le bottiglie, restituendole debitamente lavorate come simpatici “souvenir “ di fine vacanza. Una volta rientrati a Milano,una telefonata agli amici per trovarsi davanti al Duomo sotto le sue spettacolari vetrate. Abbracci chiacchiere e sorrisi tra il luccicare dei maestosi vetri mentre si decideva dove prendere un frullato e raccontare le vacanze.