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L’argento dall’antichità a Elio Fiorucci

IN ITALIA UN RINASCIMENTO D’ARGENTO

Plasmabile, rilucente, affascinante, l’argento ha sempre catturato l’attenzione dell’uomo. Un minerale così antico ma dall’aspetto moderno, in oltre settemila anni dalla sua scoperta, l’Argento ha sempre incontrato lungo la sua strada grandi estimatori. Le numerose miniere dislocate in varie parti del mondo, hanno creato nel tempo una grande offerta di Argento; questo ha comportato un abbassamento del suo valore rispetto all’Oro. Le sue molteplici qualità insieme al costo contenuto l’hanno dunque avvantaggiato nella candidatura a materiale preferito dagli orafi. Durante il Rinascimento il Pollaiolo e il Verrocchio realizzarono con l’Argento alcuni dei loro capolavori. Doveroso è menzionare il magnifico ALTARE D’ARGENTO DI SAN GIOVANNI 1367- 1438 (conservato presso il Museo dell’Opera del Duomo Firenze) Il potere economico della comunità fiorentina dell’epoca, si esprime attraverso quest’opera; per la sua realizzazione ci sono voluti venti lustri, duecento chili d’Argento e millecinquanta placche d’Argento smaltate. Durante il secolo necessario per il compimento dell’opera, si sono avvicendati i più famosi scultori e orafi. La grande Croce d’Argento posta sopra l’altare è opera di Antonio del Pollaiolo e dei suoi aiutanti. L’altare è formato da dodici formelle d’Argento,l’ultima che rappresenta la Decollazione del Battista è opera di Andrea del Verrocchio; tuttavia gli esperti indicano un chiaro intervento del suo allievo Leonardo da Vinci nella realizzazione prospettica e drammaticità emozionale. Grazie ad un lungo intervento di restauro durato sei anni, è possibile ammirare questa grande opera rinascimentale in tutto il suo splendore.

FUORI DALL’ITALIA ALLA RICERCA DI TESORI ARGENTATI

Tra il XV e XVII secolo si sviluppano parallelamente lo stile rinascimentale e quello manieristico diffondendosi nell’Europa del Nord.

In Inghilterra durante il regno di Enrico VIII, i maestri orafi realizzarono per la corte elaborati manufatti d’Argento; caratterizzati dalla raffinatezza delle forme ricche di equilibrio tra piano verticale e orizzontale. Nonostante le elaborate incisioni e la sfarzosità dell’oggetto,questo manteneva la funzione per cui era stato progettato; all’opposto questo concetto si dissolve nei manufatti manieristi . Lo stravolgimento delle regole classiche, unito a riferimenti filosofici ed esoterici non sempre di facile comprensione sono il vessillo degli artisti del manierismo. Tutto viene portato all’estremo con grande virtuosismo grazie a nuove tecniche d’incisione,in questo periodo la bravura degli incisori raggiungerà livelli mai più eguagliati.

In ogni parte del mondo, l’agiatezza economica dei ceti è stata importante nell’attizzare e spronare la creatività degli artisti. Quando certi pezzi vengono battuti in asta non posso fare a meno di pensare alla bellezza che trasmettono questi oggetti, alla pazienza e talento nel dare forma all’Argento che quelle mani così abili e delicate gli hanno riservato.

GLI SPECCHI ARGENTATI NELLA MILANO DI FIORUCCI

Correva l’anno millenovecentosessantasette e Milano sarebbe cambiata per sempre. Due innovatori del modo di vivere lo spazio e gli oggetti diedero forma alla rivoluzione democratica della moda. Amalia Del Ponte scultrice di grande talento ed Elio Fiorucci figlio di artigiani delle calzature, crearono un mixer esplosivo; il negozio in Galleria Passarella.

Il negozio viene completamente svuotato di ogni orpello, ridotto allo scheletro per poi magicamente prendere nuove sembianze. Amalia lo costruisce come le forme che ama, lo veste di una semplicità camaleontica pronto ad una continua trasformazione; i bellissimi specchi davanti ai tagli del pavimento riflettono immagini argentate. Tutto è bianco tranne la bellissima scala color fiordaliso, una scultura in ferro che collega il tutto. Per Elio Fiorucci questo non è soltanto un negozio,è il luogo dove materializzare le sue idee; la sua visione creativa della moda e di come viverla finalmente prende forma. Elio colora questo mondo e i giovani trovano risposte alla loro inquietudine. Quel fantastico posto,un paradiso in terra dove acquistare un sogno; la libertà di indossare oggetti creativi e visionari provenienti da tutto il mondo. Da tutti i suoi viaggi torna carico di bellezza; bracciali,anelli stravaganti e collane insolite che anche se d’Argento brillano di mille colori. I jeans sbiancati,le magliette colorate e le borse di paglia dalle forme insolite formano il variopinto prato del negozio. Questa è la Milano molto amata da Elio Fiorucci che ha dato ai giovani un luogo magico, dove ritrovarsi ogni sabato per il rituale del pellegrinaggio in Galleria Passarella.
Non aveva importanza se i ragazzi arrivavano in San Babila con la metropolitana o scendevano dall’auto con l’autista, tutti avevano negli occhi gioia e felicità. Chi ha vissuto quel periodo lo ricorda bene e mi racconta una storia milanese irripetibile, ricordi dolci e struggenti in un momento particolare per la città; dove tutto questo avrebbe sollevato per sempre la nebbia del classicismo per cambiare gusti e comportamenti di Milano.