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l’anello

Da piccola, amavo giocare con gli accessori che mi regalavano; soprattutto ero attirata da anelli grandi e vistosi con elementi cromatici particolari. La fantasia viaggiava e creavo un mondo tutto mio,zeppo di animali strani,principesse e fate dai magici poteri. I miei compagni di giochi ,non potevano mai indossare l’anello dai super poteri, quello era solo mio; in un modo o nell’altro, rigirando le regole del gioco, finivo sempre per indossarlo. Ammetto che era divertente tiranneggiare gli amici, ma si sa, quelli veri sanno anche sopportare i tuoi difetti. Sono diventata adulta (esteriormente) e la passione per gli anelli, si è trasformata in ricerca dell’oggetto; insolito o prezioso, dalla forma incantevole che mi stupisce piacevolmente.Tanti viaggi e tante sorprese, che ogni volta mi rendono felice per le nuove “scoperte”.

LA CREAZIONE DELL’ANELLO

La sua antichissima origine, come ornamento del dito risale all’età del Bronzo; all’inizio erano semplicemente dei cerchietti lisci, forgiati in metallo. Nel tempo assume forme e scopi differenti; diventa un sigillo o un ornamento prezioso, si trasforma in segno distintivo di categoria e condizione sociale. Nell’antica Roma era prezioso e indossato dai membri del senato; nacque nella capitale l’usanza dell’anello donato come promessa di matrimonio e dell’anello nuziale. Sempre qui si diffuse il gusto per la “glittica”,l’arte di intagliare e incidere le pietre preziose. A seconda del periodo storico e della provenienza geografica,l’anello è sempre stato al centro della creatività umana. Dall’Occidente al mondo barbarico,la conoscenza di tecniche innovative e grandi abilità compositive,impressero nella lavorazione dell’oro il gusto personale;la decorazione cromatica,aggiunse smalti e paste vitree dai svariati colori,quando non erano disponibili gemme preziose. Gli artigiani vichinghi,godevano di grande libertà creativa,non dovendo fare riferimento ad un centro di produzione che influenzasse le loro scelte; realizzarono forme a spirale,a fascia o attorcigliate. Per questo motivo è stato difficile classificare,il periodo di produzione degli anelli rinvenuti. Anche nel mondo anglosassone,si è presentato lo stesso problema;gli esemplari conservati nei musei,presentano caratteristiche differenti e all’interno di un periodo lungo cinque secoli è difficile datare la loro creazione. Nel mondo antico e in quello che viviamo, la passione per l’ornamento delle dita resta invariato; tutto è lecito per abbellire le terminazioni mobili delle nostre mani.

L’ANELLO MAGICO

C’era una volta,un giovane uomo,che conduceva una vita semplice ma con dei valori. Un giorno disse a sua madre,che non poteva andare avanti così; sarebbe partito in cerca di fortuna,per poi tornare da lei e darle una vecchiaia serena. Il mattino seguente,uscì di buon ora per raggiungere la città; lungo la strada scorse una vecchietta che cercava di sollevare due secchi pieni d’acqua. Subito il giovane la raggiunse per aiutarla,prese i secchi e salendo un sentiero li portò fino all’abitazione dell’anziana signora. Questa,lo ringraziò per la gentilezza,mentre i suoi animali facevano festa al giovane sconosciuto. Voleva sdebitarsi,ma il giovane non voleva alcuna ricompensa per il suo gesto;per lui era naturale aiutare chi si trovava in difficoltà. Allora la vecchietta gli chiese di attendere mentre usciva dalla casa. Al suo ritorno,diede al giovane un anello a cerchio,era semplice e privo di ornamenti; gli spiegò che si trattava di un anello magico, girandolo sul dito avrebbe esaudito i suoi desideri. Ma doveva prestare attenzione a non farsi vedere,altrimenti rischiava di essere derubato;inoltre gli donò anche due sue animali per proteggerlo. Il giovane uomo la ringrazio’ e salutandola riprese il cammino; era molto felice della compagnia del gatto e del cane ma non credeva al potere dell’anello.Stava facendo buio mentre si inoltrava nel bosco,lo stomaco vuoto e la stanchezza lo indussero a fermarsi. Anche i due animali avevano bisogno di rifocillarsi,ma il giovane non aveva nulla; allora si ricordò dell’anello e lo girò sul dito. Improvvisamente,comparve una tavola imbandita con molto cibo,la sorpresa e la gioia fu grande per il giovane; insieme al gatto e al cane mangiarono abbondantemente e si addormentarono. Il sorgere del sole,vide i tre proseguire il cammino per continuare la ricerca; lungo la strada fuori dal bosco,il giovane vide un villaggio con un grande palazzo. Avvicinandosi,notò affacciata ad una finestra,una bellissima fanciulla; fu’ amore a prima vista e strofinando l’anello, chiese un palazzo costruito di fronte a quello della ragazza . Appena entrato insieme agli animali ,si affacciò alla finestra di fronte a quella della giovane; cominciarono a parlare e decise di chiederla in sposa al padre. I genitori ne furono felici e appena sposati,i due andarono a vivere nel palazzo di lui, insieme alla servitù e ai due animali. La giovane sposa però era molto curiosa e gli chiese del palazzo , lui era titubante,ma pensando che poteva fidarsi e condividere con lei il suo segreto,glielo rivelò.A notte fonda,la sposa sfilò l’anello dal dito del marito; dopo aver radunato la servitù,si trasferì nel proprio palazzo e desidero’ che quello del marito fosse spostato sopra un dirupo lontanissimo. Al mattino,il giovane risvegliandosi fu molto sorpreso di non vedere accanto a se la sposa; guardando dalla finestra si accorse di essere sulla cima di un monte,senza nulla intorno. Capi’ con sgomento cosa era accaduto, la fiducia mal riposta aveva dato i suoi frutti. Gli animali lo consolarono,erano speciali e potevano comunicare con lui; sarebbero immediatamente partiti alla ricerca dell’anello rubato.Lungo il tragitto incontrarono un fiume e per attraversarlo il gatto salì sulla schiena del cane che nuotando raggiunse la riva opposta. A notte fonda, il gatto entrò nel palazzo, mentre il cane rimase all’esterno di guardia; un piccolo topo venne catturato dal gatto e dietro promessa di avere salva la vita, rosicchiò la porta della stanza, dove giaceva la sposa traditrice……….

…. come finisce la storia?

Per saperlo, vi invito a trovarla nella bellissima raccolta di fiabe popolari di Italo Calvino; le ha cercate in tutte le nostre regioni,per farne un volume. Questa è del Trentino, ha tutto il sapore e la magia delle storie che solo le nonne sanno raccontare;per insegnare a chi ascolta lo stupore e la meravigliosa sensazione di essere bambini.