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Argento: irrinunciabile protagonista nella pittura

L’ARGENTO COME IRRINUNCIABILE PROTAGONISTA NELLA PITTURA 

Le prime immagini con rappresentazioni di Still Life le ritroviamo in bellissimi mosaici pavimentali e antichi affreschi su pareti,tra scavi archeologici e Musei.Nei secoli grandissimi maestri si sono cimentati nelle creazioni di quadri con nature morte. A seconda del contesto storico e della personalità dell’ artista sono giunte a noi svariate opere assolutamente magnifiche.All’inizio di tutto fu il dipinto di un ventenne milanese decisamente talentuoso, a innescare la miccia che fece esplodere l’arte pittorica italiana Michelangelo Merisi detto il Caravaggio. Giovanissimo creò il dipinto CANESTRA DI FRUTTA – 1594/1598 [ Pinacoteca AmbrosianaMilano ] In quest’opera tutto ci parla di bellezza,la ricchezza di particolari il taglio della luce sulla frutta che sembra bucare il quadro; grazie all’equilibrio compositivo la canestra prende una vitalità viscerale, collocandosi tra i capolavori della pittura Caravaggesca. Grandissimo maestro dalla vita inquieta, il Caravaggio è contemporaneo di Fede Galizia una giovane pittrice nata come lui a Milano; è possibile quindi che i due si siano conosciuti avendo in comune la passione per l’arte.

FRUTTIERE E ALZATINE, BICCHIERI E VASSOI TUTTI IN ARGENTO

Grazie a questa donna dalle grandi capacità pittoriche l’Argento diventa protagonista nello Still Life. La milanese Fede Galizia, è un’artista di grandissimo livello ed alta maestria nelle composizioni di nature morte.Cresciuta nella bottega del padre famoso miniaturista, già a nove anni dimostra le sue doti artistiche; col tempo crea miniature,gioielli e vesti. A diciotto anni dipinge il celeberrimo quadro GIUDITTA CON LA TESTA DI OLOFERNE *1596 ,questo è un ritratto di Fede nei panni dell’eroina biblica; l’effetto drammatico dell’opera è mitigato dalla fierezza espressa dalla giovane avvolta in vesti riccamente decorate, dagli splendidi gioielli e da un elaborata acconciatura che le incornicia il volto. Il virtuosismo e la cura dei dettagli saranno il suo passe-partout per il successo. A trentadue anni, consapevole del proprio talento compone in una sinfonia di colori il dipinto CILIEGIE IN UNA FRUTTIERA D’ARGENTO *1610 [L’opera è al National Museum of Woman in Arts a Washington]Questa preziosa natura morta è la dimostrazione del valore e gusto creativo di Fede, in questa composizione lo sfondo scuro, acuisce la vivezza delle ciliegie adagiate sull’accogliente fruttiera in Argento che s’illumina al tocco della luce. Sul piano della composizione c’è una farfalla appoggiata sulla foglia di un ciuffo di ciliegie che sembra muovere le variopinte ali appena dischiuse. La centralità dell’opera e la celata malinconia che traspare nella composizione creano una sospensione temporale e un’estensione della dimensione spaziale. Nella sua brillante carriera artistica la poliedrica Fede Galizia ha dipinto più di sessanta quadri e di queste opere ben quarantaquattro sono nature morte. La sua predilezione per le alzatine e fruttiere in svariati materiali (Argento,Vetro,Ceramica) ha reso le sue composizioni uniche e immediatamente riconoscibili; dando il suo imprinting allo Still Life come donna e come artista.

CALICI, BICCHIERI, PIATTI E ANFORE, DALL’OLANDA ALLA FRANCIAUN LUCCICHIO ARGENTEO PERVADE GLI STATI EUROPEI 

I naturamortisti fiamminghi,svilupparono uno stile pittorico divergente da quello italiano; facendo un largo uso monocromatico nei dipinti.Heda Willem Claesz,famoso artista del barocco olandese dipinse TAVOLA DA COLAZIONE * 1631 [Gemaldegalerie Alte Meister di Dresda Germania ] Nel quadro lo sfondo si mantiene neutro rispetto alla composizione. Gli oggetti sono collegati fra loro da un’invisibile diagonale che crea equilibrio. L’artista si concentra sul ruolo della luce che colpisce la materia e degli effetti che crea. La coppa in Argento s’illumina e riflette il bagliore come il resto della composizione; è il trionfo del sapiente uso monocromatico che si rivela avvolgente. Dello stesso pittore un’altra bellissima opera NATURA MORTA CON OROLOGIO, CALICI E NOCCIOLE * 1633 [L’opera è al Kunschandel Bijl-van Urk,Alkmaar Paesi Bassi]
Nella composizione quasi un bianco e nero, l’artista coinvolge lo spettatore con effetti luminosi che creano nell’opera tridimensionalità.Il piatto argentato sporge dalla base compositiva riflettendo l’immagine dell’orologio appoggiato. Le nocciole e il bicchiere rovesciato rimandano un senso di naturale quotidianità. Il boccale in Argento risplende al tocco della luce che fa risaltare le preziose incisioni.

L’ultimo pittore fiammingo che voglio ricordare, ha collocato in questa sua composizione di Still Life splendidi oggetti in Argento; si tratta di Brueghel Abraham discendente da una dinastia di famosi pittori. Nacque ad Anversa ma trascorse la sua vita in Italia dove lavorò,prese moglie e restò fino alla morte. Del policromismo italiano ha catturato l’essenza riversandola con grande capacità nelle sue opere. NATURA MORTA CON VASO DI FIORI,PIATTI E ANFORA SBALZATA*sec.XVII seconda metà [L’opera si trova alla Galleria Previtali a Bergamo]
Il dipinto ha una composizione rettangolare che crea grande profondità. In primo piano due piccoli gruppi di fiori sono appoggiati sul tavolo, alcuni sporgono oltre la base accentuando così la tridimensionalità. In secondo piano da una parte c’è un vaso carico di fiori dalle corolle tracimanti, dall’altra una stupefacente anfora sbalzata in Argento fa bella mostra di se. Sul fondo dell’opera sono appoggiati dei piatti in Argento,quello centrale dimostra la fine lavorazione d’intarsi grazie alla magia dei tocchi di luce che nell’opera sublima la materia e la rende intensa. Il dipinto è armonioso, la ricca composizione viene equilibrata dal sapiente uso dei particolari e dalla delicata impronta che tutto fa risplendere.

LA FRANCIA DI LUIGI XV

Arrivati alla fine di questo argenteo viaggio siamo in Francia con l’ultimo fantastico artista Jean Baptiste Simeon Chardin. Uomo semplice ma raffinato, molto sensibile e dotato di grande ironia che traspare nei suoi autoritratti; visse nel settecento di Re Luigi XV suo grande estimatore. Il Sovrano gli permise di abitare e lavorare al Louvre; qui passo’ la sua esistenza alla ricerca attenta del quotidiano che trasportava nelle sue opere. Chardin prediligeva gli oggetti semplici di ogni giorno e i gesti delle persone comuni; schierandosi così all’opposto degli artisti suoi contemporanei. Le sue opere con la variazione degli effetti di luce sugli oggetti e sulle persone, comunicano le emozioni che provava di fronte al soggetto dipinto. Un esempio della sua poetica pennellata è il quadro
IL BICCHIERE D’ARGENTO * 1760/1768 [L’opera si trova al Museo del Louvre a Parigi] In questa piccola natura morta è racchiusa tutta la grandezza di Chardin, le tonalità di colori riflessi dal bicchiere d’Argento sono il punto focale dell’opera; la semplicità compositiva ferma il tempo nell’attimo di normale quotidianità che ci appare. Ciotola, cucchiaio, frutta e bicchiere d’Argento danno vita a forti suggestioni che colpiscono l’osservatore. Lo sfondo e il piano con la composizione, crea insieme a una tiepida luce un insieme armonico carico di avvolgenti emozioni.In almeno sei nature morte Chardin ha collocato questo semplice ed elegante bicchiere d’Argento, forse per un senso di affezione verso l’oggetto; inserito nelle composizioni arricchisce con il suo luccichio l’armonioso insieme. La scelta non è mai casuale, il quotidiano che lo circonda è fatto di oggetti e persone che emanano forti sensazioni. La naturalezza dei suoi temi pittorici, il suo sguardo attento e meditativo, fanno di lui un poeta intimista e spirituale che descrive silenziosamente la meraviglia della quotidianità.